Da 15 anni il Grifone non supera i partenopei a casa loro: mai come stavolta le distanze sono ridotte. Rossoblu su di giri, mentre la squadra di Mazzarri sbuffa e, in più, dietro l’angolo c’è il Barcellona e una Champions che assorbe tante energie. Insomma, all’attacco! E se va male, nessuno griderebbe allo scandalo!
Foto Tano Press Genoa Cfc
GENOVA – Era il febbraio del 2009, nell’allora Stadio “San Paolo” Jankovic firmava l’unico gol di un Napoli-Genoa che rappresenta l’ultimo colpaccio del Grifone in Campania.
Da allora, quindici lunghi anni senza più vittorie per un Grifone che mai come stavolta, nella storia recente, si trova a guardare dritto negli occhi un Napoli lontanissimo parente di quello che nella scorsa primavera si laureava con pieno merito campione d’Italia.
Genoa su di giri, reduce da 8 risultati utili consecutivi interrotti domenica scorsa soltanto dalla super Atalanta. Una classifica robusta, autostima davvero elevata e organico quasi al completo per Gilardino. Sull’altra sponda, ecco un Mazzarri alle prese con mille questioni e un momento con rarissime luci e molte più ombre. In più, ecco dietro l’angolo il big match di Champions League col Barcellona, pronto ad assorbire infinite energie, soprattutto a livello mentale.
Insomma, dire partita da tripla, proprio no. Ma un Grifone con in mano ottime carte da giocare, questo senz’altro sì.
Un Grifone che avrà ben poco da perdere e tutto da guadagnare da una sfida da affrontare al massimo della serenità, senza la minima pressione. Forte di una classifica che adesso ha spalle larghe a sufficienza per reggere un’eventuale e peraltro per niente scandalosa sconfitta.
Le chiavi tattiche? Attenzione al talento dei partenopei, pur sempre tra i top club d’Italia nonostante le recenti delusioni e le clamorose difficoltà a trovare il gol. E attenzione alle mosse offensive di Gilardino: adesso ci sono davvero tutti i presupposti per fare in modo che il Grifone possa varare la sua versione 2.0 negli ultimi 16 metri. E poi, piazzare il colpaccio a distanza di due anni da quel triste pomeriggio di maggio in cui il Genoa salutò la serie A proprio in quello stadio, sarebbe la perfetta chiusura del cerchio.