Contro Juve e Sassuolo, decisivo il cambio di passo nell’intervallo di un Genoa ora su di giri anche nella ripresa. L’importanza delle mosse di Alberto, il prezioso recupero di Ekuban, una panchina di sostanza e finalmente una gioia in chiusura di partita. Grifone, sarà un buon Natale!
Foto Tano Press Genoa Cfc
Sotto l’albero, aspettando l’armata nerazzurra, ecco un Grifone ben diverso da quello d’autunno. Prima vittoria stagionale arpionata negli ultimi minuti (che bello vincere così!), rispolverando un Ekuban che, dopo lo splendido assist a Gudmundsson contro la Juventus, allunga la sua striscia dell’oro andando ad autografare la più esaltante delle cavalcate. Il tutto a 3 minuti dalla fine, in netta controtendenza rispetto a un trend che di recente aveva tolto parecchio sangue alla classifica rossoblu.
Intervalli magici: dagli spogliatoi riemerge un Grifone rigenerato, che prima agguanta la Juve e poi addirittura recupera e sorpassa il Sassuolo. Bello bellissimo. Perché la squadra dimostra testa salda, gambe evidentemente toniche e capacità di cogliere l’attimo.
GRAN REGIA – Il tutto sotto la sempre più sicura regìa di un Gilardino che sta imparando in fretta il mestiere di allenatore ai piani alti. In parallelo, ecco la clamorosa dormita sul gol dei neroverdi, dove la fase difensiva è scattata in ritardo e in maniera approssimativa. Ricordando il secondo gol preso a Frosinone. Ecco pure la giornata storta di Bani e Vasquez e quella non brillantissima di De Winter.
CONTROTENDENZA – Ma riuscire a sbancare il Mapei Stadium anche quando non tutto è stato perfetto, essere finalmente riusciti a ribaltare una partita “sporca” e a girare a proprio favore gli episodi chiave del match, deve suonare come un immenso segnale di crescita da parte di un Genoa che sulla coda dell’estate e in autunno ha fatto addirittura indigestione di complimenti, raccogliendo però molto meno rispetto a quanto costruito.
A Reggio Emilia, onestamente diciamo che è girata bene. Basti ricordare l’autentica prodezza di Martinez sul tiro di Henrique che ha permesso al Grifone di andare al riposo con una sola rete da recuperare. Ma questo nulla deve togliere agli indubbi meriti di un gruppo che sta dimostrando di imparare dai propri errori, di aver tenuto fuori dalla porta frustrazione e derivati e di cominciare a capire che si può fare risultato anche quando non giochi la partita dell’anno.
PALLE GOL A RAFFICA – Ciò detto, il successo del Mapei è assolutamente legittimo e cristallino, con tanti saluti agli smemorati che non ricordano le palle gol una dietro l’altra capitate ad inizio ripresa in ordine sparso a Gudmundsson, Thorsby, Badelj e Malinovskyi. A fronte di un solo intervento degno di nota di Martinez.
Sintomi di crescita. Solari. La miglior garanzia verso un girone di ritorno dove, sperando in un’infermeria decisamente più sgombra, il Grifone si affaccia con intatta voglia di stupire.
LE CILIEGINE – Ma prima, sotto con Inter e Bologna, cioè la principale pretendente al tricolore e la vera rivelazione stagionale: 19 punti sono tanti, meritati e rappresentano una super torta. Mancano solo le ciliegine, da inseguire contro Simone Inzaghi e Thiago Motta. Ma, anche senza ciliegine, la torta, cari gufi da tastiera e da bar, è cosa già reale.