Ho visto il grande Genoa!

Contro la Roma una vittoria basilare, ma soprattutto una chiara dimostrazione di potenzialità finalmente espresse. A Udine con l’elmetto!

   foto TanoPress Genoa Cfc

Un Genoa vincente sotto la gestione Gilardino lo abbiamo ammirato spesso. Ma un Genoa addirittura straripante, esaltante, alzi la mano chi se lo ricorda in tempi recenti! Alberto toglie le ragnatele dall’album dei ricordi più belli, contro Mourinho le azzecca tutte e, soprattutto, dimostra una volta di più di avere in mano lo spogliatoio.

Il Grifone asfalta la Roma. Lo fa praticamente senza Badelj e Strootman, lo fa con in campo Matturro, Kutlu e Thorby: solari segnali che questa rosa, pur presentando evidenti lacune figlie di un mercato bello ma non bellissimo, in serie A può starci eccome. La prima vittoria in campionato al Ferraris coincide con una di quelle partite che ti riempiono il cuore. Con un unico difetto: Udine è già dietro l’angolo e il tempo per contemplazioni assortite ed estasi varie è già scaduto.

Tra i cento messaggi che questo giovedì sera ha lanciato nel cielo stellato di Marassi, puntiamo il fuoco su uno tra i più significativi: all’inizio della ripresa, almeno per un quarto d’ora, la Roma ha schiacciato il Genoa ai limiti della sua area. Poteva finire ancora male? Il gol annullato a Lukaku per fuorigioco ha rappresentato l’avvisaglia più palpabile. Ma lì il Grifone, con la tempesta che fischiava alla porta, non ha fatto la fine di Torino e di Lecce, e nemmeno si è fatto rimontare due gol, come successo col Napoli. Ha sofferto compatto, rialzando poi la testa, facendo prima indietreggiare l’avversario, infine ridisegnando equilibri alla distanza davvero produttivi, sull’onda di una finalizzazione mai così lucida e spietata. Un Gudmundsson da copertina, un Retegui stratosferico e il tonicissimo recupero di Junior Messias sono tesori inestimabili. Al fianco di una fase difensiva che, al di là della dormita sul gol di Cristante, ancora una volta ha rasentato la perfezione.

Genoa ritrovato? Probabilmente sì, ma forse non si era mai perso. E allora, lodi a questo Grifone sempre cantiere aperto, ma già capace di reggere l’urto con una serie A che nulla ti regala e che molto pretende da chi dichiara di essere ambizioso.

Si riparte domenica da Udine. Con che Genoa? In attesa di scatenare il toto-formazione, attendersi un’atmosfera e una partita ben diverse da quelle di giovedì sera è fin troppo scontato. Piuttosto, la speranza è quella di aver fatto tesoro dei recenti incidenti di percorso. Per fare in modo che, al di là di inevitabili alti e bassi che coinvolgono proprio tutti, Inter compresa, il Grifone possa cristallizzare una volta per tutte quel salto di qualità imprescindibile patente per un campionato da almeno 40 punti.