Al Ferraris una sfida che già profuma di spareggio-salvezza. Gilardino per allontanare i fantasmi di Cagliari, Baroni per salvare la panchina
Black Friday per chi? Genoa e Verona faccia a faccia in un Ferraris anche stavolta destinato a volare oltre quota 31.000, forse 32.000 presenze. Ultimo confronto prima di una sosta e, dunque, effetti amplificati dalla nuova pausa per le Nazionali: ulteriore stimolo per ambienti che, comunque, già così non avrebbero necessità di ulteriori sollecitazioni per provare a invertire la tendenza. Grifone fin qui clamorosamente all’ondivago, Hellas invece proprio in crisi dichiarata.
NUMERI – Scaligeri in arrivo al Ferraris con la zavorra di 4 sconfitte consecutive, 5 se aggiungiamo anche quella di Coppa Italia a Bologna. Con all’attivo 2 sole vittorie, peraltro confinate all’alba del campionato, addirittura in agosto, ad Empoli e contro la Roma.
Baroni invita a smorzare la delusione e spinge tutti alla concentrazione sulla prossima sfida. Quella che, secondo i bene informati, potrebbe essere l’ultima su questa panchina per un tecnico comunque ottimista su un’immediata ripartenza dei suoi.
LO ZIO – Sullo sfondo, la solita schiera di nomi (e cognomi) pronti a rientrare in pista partendo proprio da Verona. Il più bollente, e pure quello più suggestivo, oggi è quello di Davide Ballardini. Curioso come una vittoria del Genoa sul Verona potrebbe consegnare un posto di lavoro a un allenatore che al Grifone ha scritto pagine memorabili.
Ballardini avversario del Genoa soltanto lo scorso agosto per l’amichevole disputata allo stadio Zini quando al tempo “lo Zio” guidava ancora la Cremonese. Poi l’esonero, visto dal di fuori tendente al frettoloso, poi la presa di coscienza che, con i nuovi regolamenti, se interrompi un contratto entro il 20 dicembre, puoi comunque rientrare in pista su una nuova panchina all’interno di questa stagione.
DAI BANI – Discorso tecnico: il Genoa ha urgente bisogno di ritrovare quella solidità difensiva che domenica a Cagliari proprio non si è vista. Il rientro di Bani potrà senz’altro aiutare. Al netto di questioni offensive che stanno sollecitando non poco la fantasia di Gilardino, oltre – ipotizziamo noi – ad agitarne il sonno.
Di fronte ecco un Verona che vive di fiammate, tendente al fragile, in alcuni frangenti davvero ispirato nell’ultima uscita contro il Monza, ma poi in solare difficoltà a concretizzare. E, soprattutto, travolto quando la squadra di Palladino ha accelerato.
Il Grifone punta a ripetere l’impatto che, soltanto due settimane fa, gli ha permesso di chiudere all’angolo la Salernitana, disputando un gran primo tempo. Certo, c’era Retegui, almeno fino all’intervallo e, dunque, fu tutta un’altra storia. Ma questo non può certo essere il tempo degli alibi. Così, per dirla con Badelj, tutti i rossoblu dovranno cercare di dare qualcosa in più. Con la convinzione che quello con l’Hellas è un treno da prendere al volo, sullo slancio di potenzialità, anche senza Mateo e Messias, decisamente sufficienti per fare bottino pieno, soprattutto di fronte a questo Verona oggi ben lontano dai desiderata di chi ne ha a cuore le sorti.